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"Personne pour racconteur l'Histoire"_Posillipo&Seine Edition

10/28/2019

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Appena pubblicata e distribuita in Italia e in Francia la raccolta Personne pour racconteur l'Histoire, 10 cartoline con 5 autori di Napoli e 5 autori di Parigi, contenute in una busta London fuori commercio, impressa con caratteri a piombo.
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"Personne pour racconteur l'Histoire" è la terza uscita della collana "Festina Lente" (curata da Domenico Mennillo e Jean-Francois Bory per la Posillipo&Seine Edition), collana dedicata ai rapporti e gli scambi legati alle pratiche sperimentali delle neoavanguardie artistiche delle città di Napoli e Parigi.

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​In alto Stelio Maria Martini, Scrivere non basta più, 2014, una delle 10 cartoline contenute in Personne pour racconteru l'Histoire; al centro invece frontespizio della raccolta e in chiusura una foto dei 5 lavori degli autori napoletani.
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"591"n.6, ottobre 2019, les presses du réel, Dijon (Francia)

7/23/2019

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Sul n. 6 della rivista internazionale 591 (diretta da Jean-Francois Bory), in uscita ad ottobre per le edizioni les presses du réel di Dijon (Francia), sarà presente il testo di Domenico Mennillo La vita è altrove (con foto di Gianfranco Irlanda e Hermes Lacatena), testo che ha accompagnato nel 2018 l' installazione Abrégé d'Histoire Figurative per il Napoli Teatro Festival Italia diretto da Ruggero Cappuccio.

Da questo n.6 di 591 Domenico Mennillo fa parte del Comitato di Redazione che mette insieme autori provenienti da tutto il mondo; la rivista (alla quale Mennillo ha già partecipato per il n.1, uscito qualche anno fa in Irlanda per la Red Fox Press) concentra la sua attenzione su lavori legati principalmente alle sperimentazioni delle seconde avanguardie artistiche, in maniera particolare ai lavori legati alle ibridazioni verbo-visive, concrete e sonore che hanno influenzato e radicalmente cambiato il volto dell'arte e della poesia negli ultimi 50 anni.
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Particolare da Abrégé d'Histoire Figurative, un'installazione di Domenico Mennillo, Palazzo Fondi, Napoli 2018; 
in occasione di NTFI diretto da Ruggero Cappuccio
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Museo MACRO_Roma/Palazzo Venezia_Napoli - Gennaio 2019 -

1/6/2019

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Mercoledì 16 gennaio 2019 ore 17
Sala Cinema-Museo MACRO Roma

"Autoritratto" Domenico Mennillo
un incontro a cura di Massimo Mazzone e Macro Asilo

​Nell'ambito della sezione Autoritratto del progetto MACRO Asilo ideato da Giorgio De Finis, neo direttore del museo MACRO di Roma, Domenico Mennillo presenta presso la Sala Cinema alcuni materiali video relativi sia ai lavori realizzati con lunGrabbe dal 2001 al 2009 che al progetto di filosofia e arte Abrégé d'Histoire Figurative realizzato a Napoli in diverse tappe e luoghi dal 2011 al 2018.


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Sabato 19 gennaio 2019 ore 10-18
Palazzo Venezia, Napoli
IL VUOTO PROPRIO
pratiche per l'attivazione dello spazio urbano assente
​-seminario-
con un intervento di Domenico Mennillo

​"IL VUOTO PROPRIO è un progetto sugli spazi urbani non costruiti. Prima ancora, è un esercizio di pensiero sul vuoto in un contesto culturale dove riempire è l'imperativo"; vincitore della prima edizione "Premio Creative Living Lab" (indetto dal DGAAP e dal MIBAC), il progetto, ideato da MUD_studio e LAN, prevede come primo step un seminario-incontro ove artisti, architetti, urbanisti, studiosi sono invitati dai curatori del progetto (Filomena Carangelo, Alessandra Cianelli, Alessandra Schisa) a raccontare pratiche ed esperienze attorno alla "marginalità delle aree urbane" (il vuoto a cui fa riferimento il titolo del progetto) rispetto ai diktat di "format accademici e di istanze culturali di tipo settoriale".

Domenico Mennillo interviene al seminario con un intervento dal titolo: "OPUS INFECTUM. Lasciare vuoti", piccolo resoconto attorno alle poetiche che hanno alimentato il suo progetto Abrégé d'Histoire Figurative.
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Atelier des Guillemites_Parigi_22 giugno 2018

6/19/2018

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Atelier des Giullemites, 3 rue des Guillemites, Parigi

Venerdì 22 giugno ore 12
Hypnomnemata

un'installazione di Domenico Mennillo per Archivio J.M. Ribot

Domenica 24 giugno ore 20
Due Distici #2
una performance di Domenico Mennillo in collaborazione con Archivio J.M. Ribot




Gli
Hypomnemata costituivano (per i Greci) una memoria delle cose lette, udite o pensate…La cosa che mi sembra più rimarchevole è che questi registri, gli Hypomnemata, sono stati usati immediatamente per la costituzione permanente con se stessi…Si trattava di trasformare la propria vita in un oggetto che fosse disponibile per una forma di sapere, per una tècne, per un’arte…per un’idea del sé che doveva essere creato come un’opera d’arte
 
Michel Foucault, Sulla genealogia dell’etica,
intervista a cura di Hubert L. Dreyfus e Paul Rabinow, Berkley, aprile 1983.
 
 
 
 
Esiste in natura uno spazio per una memoria mai esistita e soltanto sognata e desiderata?
Oltre all’oblio che seleziona e cancella indiscriminatamente ciò che si ricorda e ciò che si dimentica, è possibile selezionare i frammenti di vite possibili, le visioni soltanto intercettate, quelle più sfocate, quelle a cui non si vorrebbe mai rinunciare e che in fondo non ci hanno mai appartenuto del tutto?
 
Il lavoro dell’Archivio J.M. Ribot si installa in quella tradizione occidentale (mai codificata) legata a temporalità lente, scrupolose e inafferrabili, ispirate al gusto e al piacere dell’invenzione lirica, da cui deriva anche lo 'slowly handmade in Italy' che accompagna i biglietti in carta che l’Archivio applica ad ogni sua creazione; ponendo il frammento come punto di partenza di ogni lavoro, l’Archivio presta ascolto a tutte le storie e le visioni già esistite, ma che possono però entrare in un nuovo abito e prendere così una nuova vita, grazie ad un rigoroso e impercettibile “assemblage” di materie, colori e linee preesistenti.



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​​L’abito diviene così unità inedita e irripetibile, passando però dal frammento-intuizione del già esistente, dalla potenza di una storia precedente, divenendo presente-futuro di altre possibilità vitali, ribaltando così il concetto classico occidentale di unità che nel frammento vede soltanto dispersione e disomogeneità.
Da Baudelaire in poi invece (e qui ci si lega alla tradizione occidentale di cui si accennava sopra) il frammento diviene l’unico indizio da seguire ossessivamente per investigare la propria intimità a contatto con i simboli e le visioni che la città e la natura dipana in questa vita e la lentezza (ovvero una pigrizia ben riuscita, come direbbe Foucault) diviene l’unico alleato per la propria indagine creativa nella miriade di possibilità a nostra disposizione.
 
Allora, forse, una memoria sognata, il desiderio di assemblare vite (im)possibili, diviene l’unico e agognato desiderio per sfuggire dalle maglie del prevedibile e del già visto, della ripetitività senza differenza.
Hypnomnemata (neologismo legato alle parole sogno-hypno e memoria-mneme),  l’installazione di Domenico Mennillo legata al lavoro e alla poetica dell’Archivio J.M. Ribot, è un omaggio a questo poetica di lavoro e al tempo stesso un tentativo di ampliare questo discorso unendo l’arte e la creatività artigiana in uno spazio della meraviglia ad oltranza, una piccola wunderkammer-atelier fatta dei capi dell’Archivio J.M. Ribot in osmosi con le piccole collezioni “da sogno” di registri-taccuini-cahier otto-novecenteschi (gli Hypomnemata moderni, volendo seguire le suggestioni lanciate da Foucault nei suoi scritti, ma qui ribaltati come Hypnomnemata, ovvero dei registri-memoria da sogno) collezionati negli anni da Mennillo, reperiti nel luoghi più disparati fra la Francia e l’Italia e messi in nuova vita tramite archiviazioni e collocazioni inedite e liriche.
 
Questa ricerca del già vissuto e accantonato o dimenticato è l’aspetto che lega in maniera forte il lavoro di Mennillo e dell’Archivio J.M. Ribot; sapere che nei dispositivi del passato giacciano ancora potenzialità inespresse o poco utilizzate è l’approdo comune che queste due esperienze creative hanno maturato per portare avanti il proprio lavoro, puntando sull’esperimento e sulle alleanze che volta per volta, imprevedibilmente, si creano nell’intricata e incantevole “foresta di simboli e visioni” delle proprie vite.

 

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Qui in basso particolare da "Hypnomnemata", un'installazione di Domenico Mennillo;
​al centro invece vetrina esterna dell'Atelier des Giullemites di Parigi, zona Marais.
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Napoli Teatro Festival Italia/Palazzo Fondi_16 giugno/8 luglio

6/4/2018

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​Sabato 16 giugno alle ore 17.00, nell’ambito della sezione Mostre del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, a Palazzo Fondi, sarà inaugurata l’installazione Abrégé d’Histoire Figurative, a cura di Domenico Mennillo, prodotta da lunGrabbe. Abrégé d’Histoire Figurative, in mostra fino all’8 luglio, è un’installazione-expo mirante all’individuazione di tre concetti-figure (l’automa spirituale, l’atlante e la wunderkammer), legati alla filosofia e alla cultura moderna occidentale per la creazione di un compendio (Abrégé) di figurazione visuale e poetica (Histoire Figurative).

Realizzato in una sua prima fase di ricerca a Napoli dal gennaio 2011 a giugno 2017, tramite l’ideazione e la produzione di installazioni, expo, performance site specific, seminari e workshop, l’Abrégé d’Histoire Figurative è stato presentato in tre sezioni distinte e progressive (ogni sezione dedicata ad uno dei tre concetti-figure): Pierrot ou d’Automate Spirituel, Museo Nitsch nel 2011-2013 e Museo MADRE nel 2011 e 2012, dedicato all’automa spirituale; Atlante della Fertilità, Palazzo Bagnara-Fondazione Morra nel 2011-2012 e a Villa Pignatelli-Casa della Fotografia nel 2014, dedicato all’atlante; WLK Wunder_Litterature_Kammer, presso la biblioteca del Museo Nitsch nel 2015-2016 e a Villa Pignatelli-Casa della Fotografia nel 2016 e 2017, dedicato alla wunderkammer.

Per l’edizione 2018 del NTFI lunGrabbe (Associazione Culturale diretta da Domenico Mennillo), che ha seguito l’intero percorso produttivo in questi 7 anni di lavoro, realizza una seconda ed ultima fase del progetto, ovvero la presentazione integrale delle tre sezioni dell’installazione-expo Abrégé d’Histoire Figurative, in un solo spazio architettonico della città di Napoli, le tre stanze dei Saloni vanvitelliani del settecentesco Palazzo Fondi.Le tre sezioni del progetto vengono dunque allocate insieme l’una accanto all’altra, in tre distinte “stanze del pensiero” (comunicanti fra loro) che i visitatori  attraversano fra suoni, luci e odori, pensati appositamente per ogni singola stanza.I veri protagonisti di questa installazione sono dunque le persone che deambulano in uno spazio della meraviglia costellato da oggetti, suoni, disegni, collage, macchine sonore e filmiche desuete, libri e carte fra le più disparate, uno spazio labirintico ideato come un vero e proprio DenkRaum, uno “spazio del pensiero”, dove perdersi e ritrovarsi nella vastità delle architetture attraversate e delle visioni intraviste o intercettate.

«E’ possibile realizzare un pensiero che riesca a legare e rendere coerente ciò che si pensa e ciò che si fa?" 
L'arte può sostenere questa visione fondandosi soltanto sul sogno-ambizione di un'unità arte-vita?».

Questi due interrogativi sono al centro dell’intero progetto installativo di Mennillo, che ha come riferimento dialettico (e in parte polemico) una stagione estetico-filosofica del Novecento ben definita, quella della French Theory (legata a filosofi come Foucault, Deleuze, Guattari, Derrida), in relazione ad alcuni aspetti (fra quelli meno noti e conosciuti) di autori come Aby Warburg (e il suo Atlante delle Immagini), Charles Baudelaire, Walter Benjamin, Marcel Duchamp.

Nei giorni di sabato 16 giugno, giovedì 28 giugno e domenica 8 luglio, a partire dalle 17, sono previste tre visite guidate a cura dell’artista. La mostra è a ingresso gratuito. 



Palazzo Fondi
Via Medina, 24 – Napoli
Orari: da mercoledì a domenica, dalle 17.00 alle 20.00
​INFO:  
https://www.napoliteatrofestival.it/spettacolo/abrege-dhistoire-figurative-en/

 
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Particolare da WLK_Wunder_Litterature_Kammer, prima sezione dell'installazione Abrégé d'Histoire Figurative.
Photo by Hermes Lacatena
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lunGrabbe_"Il sole 24 ore"_ 20 febbraio 2018

2/21/2018

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Su Nova/Il sole 24 ore, Maria D'Ambrosio ha pubblicato il 20 febbraio, sul suo blog ARTIFICIO, il testo "Oltre la soglia, a Caivano", piccola ricognizione dedicata all'esperimento pluriennale di lunGrabbe e Domenico Mennillo "Alcune Architetture di Caivano", realizzato per l'appunto a Caivano, in provincia di Napoli, dal 2002 al 2006.
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" Il viaggio a Caivano diventa consono all’epica che sembra necessaria, arte allo stato puro, eroica, per farsi spazio usando un’andatura anomala che genera un ritmo che riaffiora come qualcosa di ancestrale e risveglia, tempo di un fuoco e del suo ardere, la voglia di restare attorno al fuoco, di ascoltare il racconto in forma di poema o di concerto e trovarsi estranei nei propri luoghi domestici, prima fin troppo familiari".



link articolo da "Il sole 24 ore":

http://mariadambrosio.nova100.ilsole24ore.com/2018/02/20/oltre-la-soglia-a-caivano/

link "Alcune Architetture di Caivano 2002-2006": 
http://www.lungrabbe.it/alcunearchitetturedicaivano.html


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Photo tratte da Domenico Mennillo, "Baudelaire", in "PASSAGEN-WERK. Da Walter Benjamin alle serre per coltivazione della provincia napoletana", di Domenico Mennillo/lunGrabbe, Caivano, giardino di Palazzo Pepe. Photo by Gianfranco Irlanda, 2003.
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Palazzo Donn'Anna_Fondazione De Felice_18 dicembre

11/29/2017

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PALAZZO DONN'ANNA
Storia, arte e natura


a cura di Pietro Belli
Allemandi Editore



Fondazione Culturale Ezio De Felice/Palazzo Donn'Anna-Napoli
18 dicembre 2017 ore 17.30



artisti presenti nel volume 
Anselm Kiefer, William Kentridge,  Mimmo Jodice,
Salvino Campos, Raffaela Mariniello-Domenico Mennillo,
Massimo Listri, Mauro Fermariello, Simone Florena, Cristina Cusani



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Prima presentazione nazionale del volume Palazzo Donn'Anna. Storia, arte e natura
a cura da Pietro Belli ed edito da  Allemandi; il volume, prima monografia dedicata al palazzo progettato  nel seicento dall'architetto Cosimo Fanzago, ripercorre la storia e le varie evoluzioni e metamorfosi di uno dei simboli iconografici della città di Napoli.

Uno speciale spazio all'interno del volume viene dedicato ai lavori che alcuni artisti contemporanei hanno realizzato, su invito del curatore, per immortalare oggi le architetture e gli scenari che il palazzo compone da uno degli angoli più incantevoli di Napoli.
Su invito della gallerista Lia Rumma sono presenti con un loro disegno inedito  Anselm Kiefer e William Kenteridge e con due fotografie in bianco e nero Mimmo Jodice; fra gli altri artisti coinvolti, Raffaela Mariniello e Domenico Mennillo hanno realizzato un ritratto dei sotterranei in tufo di Palazzo Donn'Anna, mentre altri fotografi come Massimo Listri e Salvino Campos hanno lavorato su altri aspetti delle architetture del palazzo.

Una mostra dedicata ai lavori dei fotografi coinvolti nel volume sarà presente negli spazi della Fondazione Culturale Ezio De Felice; dopo la presentazione a Palazzo Donn'Anna la mostra verrà allestita in altri spazi della città di Napoli e accompagnerà il volume in alcune delle sue presentazioni pubbliche in Italia e all'estero.

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La rosa dei 20/project-lab_Museo Nistch_24 novembre

11/8/2017

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La rosa dei 20/project-lab
a cura di Guglielmo Gigliottie Loredana Troise

Biblioteca del Museo Nitsch-Napoli
 24 novembre-20 dicembre 2017
catalogo Arte'm



Marisa Albanese, Angelo Casciello, Carolina Ciuccio, Libero De Cunzo,
Maurizio Elettrico, Sergio Fermariello, Lucia Gangheri, Christian Leperino,
Roberto Marchese, Lello Masucci, Domenico Mennillo, Enza Monetti,
Aulo Pedicini, Gianni Pisani, Carmine Rezzuti, Rosy Rox, Mimma Russo,
Quintino Scolavino, Marianna Troise, Marco Zeza



Ideato e organizzato dalla cattedra di Storia dell'Arte Contemporanea dell'Accademia di Belli Arti di Napoli diretta da Guglielmo Gigliotti, in collaborazione con Loredana Troise, La rosa dei 20 ha avuto una sua prima fase di realizzazione nei mesi di gennaio e febbraio del 2017, con incontri e work shop tenuti da 20 artisti napoletani con gli studenti dell'Accademia di Belli Arti di Napoli negli spazi del Museo Nitsch e di CasaMorra.

Dal 24 novembre al 20 dicembre verranno presentati presso gli spazi sotterranei della Biblioteca del Museo Nistch i lavori (interviste, video, report) realizzati dagli studenti durante gli incontri con gli artisti; i 20 artisti a loro volta presenteranno i lavori da cui sono nati i vari incontri con gli studenti, lavori che sono stati il punto d'approccio dell'intero progetto La rosa dei 20, vero e proprio incubatore di relazioni, scambi e incroci  fra generazioni diverse di studenti, artisti e docenti.

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"RELICS"_Palazzo Manganelli_Catania, 14 ottobre '17

9/1/2017

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RELICS
Il tema della reliquia indagato
da otto autori contemporanei

 
Carte, libri, installazioni, oggetti
da un’idea di Anna Guillot
 

testi Anna Guillot e Luciana Rogozinski
catalogo KA


Catania, Palazzo Manganelli
Dal 14 al 28 ottobre 2017

 

 
Pier Paolo Calzolari, Antonio Freiles, Anna Guillot,
Francesco Lauretta, Domenico Mennillo, Vettor Pisani,
Luciana Rogozinski, Angelo Savelli, Ettore Spalletti

con un’operina di James Lee Byars




"Un percorso evolutivo o meglio un’alchimia collega l’idea di feticcio a quella di reliquia.
Assimilabile solo per grandi linee alla visione dell’etnologo o dell’antropologo, quella dell’artista vede piuttosto l’oggetto come forma alta e altra del proprio fare, attraverso modalità in grado di tradurre un affinamento dello spirito – e della materia – tale da poter assumere il senso e il valore di reliquia".
(Anna Guillot, ideatrice del percorso espositivo).

La mostra è inserita nei programmi della "Tredicesima Giornata del Contemporaneo" organizzata in Italia dall'AMACI, la cui immagine guida è stata diretta da Liliana Moro, in collaborazione con 24 Musei e 1000 realtà legate alle culture del contemporaneo.
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"Infiniti Mondi n.1" e "Architetture/Architetture"_giugno 2017

6/30/2017

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Nel mese di giugno sono stati pubblicati due testi di Domenico Mennillo legati allo studio e all'analisi delle neoavanguardie artistiche italiane.

Il primo testo, "continuum o della pragmatica d'avanguardia a Napoli", è apparso sul n.1 della rivista bimestrale "Infiniti Mondi", sulla quale Mennillo dirige una rubrica di estetica. Il testo analizza alcuni aspetti del gruppo di continuum, nato a Napoli sul finire degli anni '60 per iniziativa di Stelio Maria Martini e Luciano Caruso.
In modo particolare il testo rilegge le iniziative del gruppo napoletano in parallelo al pensiero di filosofi come Foucault, Deleuze, Guattari e  Klossowski. 

Il secondo testo invece, " Per una grammatica elementare della meraviglia", è un contributo al libro d'artista di Antonio Raucci, "Architetture/Architetture. Omaggio a Stelio Maria Martini", libro edito in 30 copie numerate e firmate per i tipi de IL LABORATORIO/le edizioni di Vittorio Avella.
Il testo di Mennillo, introducendo il lavoro di Raucci, rende omaggio ad uno dei maestri delle neoavanguardie mondiali, Stelio Maria Martini, scomparso un anno fa dopo una breve malattia.
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In alto copertina del libro d'artista Architetture/Architetture. Omaggio a Stelio Maria Martini;
qui sopra invece copertina e retro del n.1 della rivista bimestrale Infiniti Mondi.
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